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Articolo: Storia del caffè: origine e le tipologie

Storia del caffè: origine e le tipologie_Caffè Corsini

Storia del caffè: origine e le tipologie

La storia del caffè ha origini molto antiche. Nel corso dei secoli questa bevanda è riuscita a conquistare il mondo.

Dall’Africa, all’Asia fino all’Europa e al Sud America, la cultura del caffè, la sua coltivazione, la tostatura e la preparazione della bevanda hanno una lunghissima storia che ha permesso di rendere questo prodotto uno dei più diffusi al mondo.

Non solo, il caffè con il suo gusto è diventato una delle bevande più deliziose e amate nel mondo. Ma scopri con noi nel dettaglio le sue origini, la storia e le tipologie di caffè più conosciute al mondo.

Le origini del caffè
Non ci sono informazioni certe sulle origini del caffè impiegato come bevanda. Le prime testimonianze sul caffè pare siano state rilevate in Oriente all’incirca 400 anni prima della nascita di Cristo. Le prove più concrete si hanno intorno al 500 in Africa durante il regno di Saba.

A raccontare la vicenda il primo trattato dedicato al caffè “De Saluberrima Potione” del 1671, scritto da frate Fausto Naironi. Il trattato, ambientato in Etiopia, narra il mito del pastore Kaldi che una notte, non vedendo più rientrare nei campi le sue capre, andò a cercarle. Il giorno dopo le trovò euforiche vicino a una pianta con delle bacche rosse e brillanti. Così il pastore, curioso, assaggiò le bacche e scoprì le sue forti proprietà stimolanti. Kaldi, allora, intraprese un viaggio per portare il frutto al monastero dello Chehodet in Yemen.

Il santone del posto giudicò subito come quei chicchi fossero opera del diavolo. Così gettò le bacche di colore rosso acceso nel fuoco e quelle iniziarono a sprigionare un aroma intenso.

Ecco perché decisero di raccogliere i chicchi, frantumarli e porli in un recipiente di acqua calda, creando così la prima tazza di caffè di tutto il mondo.

Leggi anche: I benefici del caffè


La storia del caffè in Italia e Europa
Il caffè in Europa e in Italia arriva molto più tardi rispetto a quando viene scoperto in Africa. É durante i primi anni del XVI secolo che il caffè, dopo essersi diffuso in Africa, iniziò a diffondersi anche in Turchia e in Arabia, e infine nel Sud dell’India. Ed è così che giunse ai commercianti olandesi e a quelli veneziani.

I commercianti olandesi, che fin dall’inizio del XVII secolo esportavano in tutto il globo prodotti differenti tra loro come legno di sandalo, seta, incenso, capirono subito il potenziale del caffè, favorendone l’espansione nel resto del mondo.

Nel XVII secolo anche i commercianti veneziani iniziarono a importare il caffè. Questo venne portato a Venezia e Napoli, i porti principali dove approdavano le navi coloniali. Il caffè iniziò quindi ad arrivare in Italia dalle coste dell’Etiopia, dell’Africa dell’Est e dall’Oriente.

All’arrivo in Italia inizialmente il caffè venne a lungo osteggiato. Soprattutto la chiesa diffidava della bevanda e del prodotto, in quanto proveniva dai paesi arabi. Inoltre, il timore era quello che diventasse troppo comune. Tuttavia il pontefice Clemente VIII, prima di condannare la bevanda, decise di provarla.

Il suo apprezzamento fu così ampio che alla fine decise di santificare la bevanda affermando che questa era così deliziosa che sarebbe stato un delitto lasciarla bere solo a miscredenti. Il caffè divenne così protagonista dei luoghi di ritrovo italiani.

Ed è proprio durante la prima metà del XVII secolo che nasce il primo Caffè Italiano, il Caffè Florian. Non solo a Venezia, ma anche in tante altre città italiane, iniziarono a sorgere luoghi in cui gustare il caffè: il Caffè Greco a Roma, il San Carlo a Torino e molti altri.

Leggi anche: La pianta del caffè: dalla coltivazione alla raccolta dei semi.

Le specie di caffè nel mondo
Esistono alcune varietà maggiormente diffuse che hanno un gusto, un sapore e un aroma differente. Ma quali sono? Vediamole nel dettaglio.

Tra le principali specie di caffè ci sono sicuramente: l’Arabica, il caffè Robusta, Liberica, l´Excelsa, ognuna delle quali presenta le sue peculiarità.

Le diverse specie di caffè cambiano il loro gusto a seconda della provenienza dei chicchi e anche in base alla tostatura. Infatti, i chicchi di caffè che vengono torrefatti per un periodo più lungo presentano un aroma più intenso e un colore più scuro. Aroma, acidità, corpo e dolcezza possono cambiare a seconda della specie a parità di tostatura e processo di lavorazione.

Il caffè 100% Arabica si presenta dolce, profumato ed è ideale per gli amanti di un caffè dal gusto classico. Con le sue sfumature aromatiche presenta un sapore piacevole, dall’aroma fruttato, corpo leggero e morbido, media intensità.

Il caffè specie Robusta viene coltivato in Africa, nel Sud Est Asiatico e anche in Brasile. Il contenuto di caffeina è il doppio di quello dell’Arabica e presenta una scelta ideale se si desidera un caffè dal gusto deciso e corposo.

Leggi anche: Le differenze tra caffè Arabica e Robusta.

Il caffè Excelsa ha un gusto delicato e profumato che ricorda leggermente quello dell’arabica. Questa varietà è stata scoperta in Africa verso i primi del ‘900 e presenta una miscela perfetta per chi ama un caffè dall’intensità media.

Infine, anche se meno diffuso, è possibile trovare il caffè Liberica che ha origine in Liberia e Costa d’Avorio. I chicchi di questa pianta offrono la possibilità di avvertire un gusto gradevole e aromatico al momento della preparazione del caffè.

É giusto specificare che purtroppo, in base anche alle richieste di mercato, queste due specie, Excelsa e Liberica, vengono poco commercializzate.

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